4° tappa: oggi è il 1° di Febbraio ed il meteo che mi passa Roberto è a dir poco inquietante, vento, mare e pioggia senza risparmio; i fratelli Giurgola non sembrano molto convinti quando dico che voglio partire ugualmente e poco dopo devo mandarli via a forza mentre inizio il consueto rito della vestizione, purtroppo, sotto una pioggia battente. Esco dal porto e mi bastano poche miglia per capire che oggi me la dovrò guadagnare tutta. Che sarebbe stata dura era ampiamente prevedibile ma un inferno di questa portata non me lo aspettavo davvero; le onde sono altissime, stimabili intorno ai 6 metri, e arrivano da ogni parte spinte da groppi di vento continui che mi sparano addosso una miscela formata da pioggia ed acqua di mare. Oltre alle inevitabili “candele”, ovvero le classiche impennate verticali, soffro il problema della pioggia che ricopre la mascherina degli occhiali ed il parabrezza, riducendo tantissimo la visibilità. Per vedere lo schermo dell’Advansea devo alzare gli occhiali e la velocità che vi leggo, tra i 7 e i 10 nodi, mi stupisce ed un pò mi conforta; infatti, se non lo vedessi con i miei occhi, non avrei creduto possibile che un gommone di questa metratura potesse navigare a questa velocità su questo mare impazzito. In queste circostanze, oltre al gommone ed al motore, è la mente che deve sostenere il corpo senza mostrare cedimenti psicologici che potrebbero risultare pericolosi per l’equilibrio mentale del timoniere. Le miglia passano molto lentamente e mi trovo a pregare che molli almeno la pioggia, in modo da poter vedere meglio il caos che impazza intorno a me. Dopo sei ore di strenuo combattimento, vento e mare iniziano a calare e mezz’ora dopo posso finalmente effettuare una sosta “tecnica” ormai improrogabile. Alle 16.30 mi avvio verso l’interno del porto di Crotone, accorgendomi soltanto un attimo dopo che sto entrando nel porto commerciale e non quello turistico; mi dò immediatamente del pirla perchè lo stesso errore l’ho già fatto l’estate scorsa e la punizione arriva subito sotto forma di un acquazzone che mi da il colpo di grazia. Sul come devo essere apparso al mio arrivo agli uomini del Kroton Yachting Club, lascio la parola al mio nuovo amico Alberto che è stato davvero bravissimo nel descrivere gli avvenimenti successivi…
“Pasqua’, ma è un gommone quello?” “Ma ‘i duv cazz arriva?” Stupore e curiosità nelle parole di Pasquale e Giuseppe, i due valenti uomini di banchina del nostro Yachting Kroton Club che stanno controllando le cime delle poche imbarcazioni in acqua, stressate non poco da una risacca cattiva che entra quando il vento da Ostro è forte e rafficato come oggi. Non è solo il vento ad almeno 25 nodi che li rende perplessi riguardo all’apparizione nel crepuscolo di quel fantasma; la pioggia quasi orizzontale, il mare con onde che superano la diga frangiflutti che protegge il Porto Vecchio di Crotone sconsiglierebbero anche il solo metter il naso fuori dalla sede del club. Ancora al colmo dello stupore fanno cenno all’intirizzito gommonauta di approcciarsi all’ormeggio, cosa presto fatta. “Posso sostare un paio di notti?” Alla domanda fanno seguito un paio di molle alle cime per salvaguardare le bitte e il golfare di prua, dopodichè, aiutano l’intirizzito comandante a scaricare gli scarsi bagagli mentre lo stesso si toglie gli stivali girandoli sottosopra e rigettando in mare un paio di piccoli sgombridi che vi avevano trovato alloggio. “Da dove arrivate, Comandante?” “Da Gallipoli” “I DUV????” Non ero presente ma immagino quello che deve essere frullato nelle due attonite teste… Un amico mi manda per mms la foto del gommone con il testo: “…arriva da Gallipolli!!!” Sticazz…questo è fuso, è il primo pensiero mentre il secondo è “lo devo conoscere assolutamente”. Telefono a Pasquale e gli chiedo dove avessero indirizzato il nostro navigatore folle e mi dice che l’ha accompagnato in albergo con l’auto, grande Pasquale! Ancora incredulo lascio il lavoro gridando ai miei collaboratori: ”Vado al porto a vedere se me stanno a pijà ‘n giro”. E’ tutto vero, il battello è lì che galleggia come una paperella, piccolo, scarno, quasi indifeso… Guardo il mare fuori e penso a quello che deve aver visto laggiù, verso l’orizzonte! Non ho esperienza di navigazione in gommone, ne ho avuto soltanto uno, un giocattolo di 4 metri con chiglia pneumatica e paiolato in alluminio, sentivo il mare sotto i piedi; una sola stagione tanti anni fa, poi la pesca mi ha preso e la barca mi dà più tranquillità riguardo ad ami e raffi. Prego Pasquale di contattarmi quando il nostro comandante avesse fatto la sua ricomparsa in banchina l’indomani e, nel frattempo, invio la foto del gommone al Presidente e ad altri amici. Arrivo in banchina il giorno seguente aspettandomi di trovare un rambo con tanto di bandana… è un uomo normale!!! Ha perfino qualche anno più di me!!! (un cavolo qualche, scoprirò poi che sono 12!) Non c’è più religione se anche il signor Rossi dà fuori di matto! Questo, però, non si chiama Rossi ma Bracco, Giovanni Bracco e avrò modo girellando on line di scoprire che questo è un signor Rossi mooolto particolare. Gli scatto un paio di foto vicino al suo gommone e gli chiedo se la sera avrebbe avuto piacere nel mettere i piedi sotto un tavolo ben imbandito. “Perbacco!” risponde… La sera spazzoliamo di gusto tutto quello che ci viene servito ai tavoli della Pignata, mentre Giovanni racconta le sue esperienze di uomo di mare e subito ritorna Rambo ai miei occhi. Sicuro, consapevole e con negli occhi una luce diversa quando parla dell’Atlantico o di quella volta che… Lo lascio in albergo, che domani si parte. Le previsioni danno un 25/27 nodi di vento da sud sud-ovest, da Crotone fino a tutto il Golfo di Squillace, con onde tra i 2.5 ed i 3 metri e vado a dormire preoccupato. Alle 09:00 lo trovo lì sul gommone che carica le ultime cose, scalpita pregustando il largo; morde il freno aspettando gentilmente un’intervista con l’inviata del giornale locale ed il saluto del nostro presidente; poi, finalmente, molla gli ormeggi… Sono felice di aver conosciuto un uomo che fa sua realtà le fantasie di molti; lo seguiremo da Crotone nel suo andare. Ci vediamo a Roma, Giovanni… “Su una nave in porto stan ritti tutti, ma pochi restan saldi in mezzo ai flutti”.
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